Chi fornisce cure,

deve a sua volta riceverne”

[J. Bowlby]

Il 4 Maggio ricorre la Giornata Mondiale della Salute Mentale Materna.

L’obiettivo di questa giornata è quello di sensibilizzare, informare e diffondere cultura nell’opinione pubblica circa l’importanza della salute mentale materna, essendo ancora scarsa la consapevolezza verso i problemi mentali (disturbi depressivi e/o d’ansia) che possono affliggere le donne durante la gravidanza o nel primo anno di vita del bambino.

Il fine è quello di permettere alle donne e ai loro familiari che stanno vivendo certe difficoltà, di riconoscere i primi segnali di malessere, nell’ottica di prevenzione primaria, rilevazione precoce, diagnosi, trattamento e cure tempestive dei disturbi mentali.

La Psicologia Perinatale, “sbarcata” in Italia in tempi relativamente recenti, è la branca che si occupa di fisiologia e di clinica del periodo perinatale, collaborando con prospettiva integrativa e multidisciplinare con altre figure professionali che operano nel settore, con l’intento di creare una cultura intorno al desiderio, al concepimento, alla gravidanza, al parto, alla puericultura nei primi mesi di vita del neonato e nei primi anni di vita del bambino.

Il proposito resta quello di promuovere e tutelare il benessere e la salute di mamma e bambino nel periodo intorno alla nascita, sostenendo e accompagnando in questa delicata fase di transizione del ciclo vitale l’intero sistema familiare.

Purtroppo spesso si crede allo stereotipo che vede la gravidanza e il puerperio come un periodo idilliaco e dolcissimo, dove ci si innamora immediatamente di quel “fagottino” ma la verità è che non sempre è così.

Si vivono momenti di forte cambiamento che potrebbero anche avere zone d’ombra, caratterizzati da sentimenti ambivalenti, difficili da collocare e soprattutto da accettare. Essi potrebbero costituire fattori di rischio per i disturbi emotivi e psicologici tali da creare grandi sofferenze nella donna, nella coppia, nel feto e, più in generale, nell’intero sistema familiare.

Oggi sappiamo che esiste una correlazione tra la salute psicologica gravidica e postnatale della madre (ma anche del padre!) e la salute psicologica del bambino.

Più nello specifico: se durante la gravidanza la madre risulta essere stressata, ansiosa, depressa, con maggiori probabilità il figlio sarà esposto a una maggiore incidenza di problemi nel suo sviluppo psicologico e sulla sua salute in generale.

Stress prolungati in gravidanza e nel post parto possono alterare i profili di alcuni parametri ematochimici materno-fetali ed avere conseguenze sia sulla condizione psicologica materna che sullo sviluppo emotivo, cognitivo e relazionale del bambino (Kingston e Mughal, 2018).

Le mamme e i papà, dunque, vanno guidati in questo loro nuovo viaggio insieme.

Noi addetti ai lavori non ci stancheremo mai di sottolineare quanto sia importante la figura dei Papà, completamente rivoluzionata negli ultimi anni e che si scrolla di dosso lo stereotipo secondo cui “il maschio non sia capace o non sia necessario nei compiti di cura e di accudimento” (Volta A., 2019). Il Padre, al contrario, ha compiti complementari e sinergici ed è un enorma fattore protettivo quando si mostra in grado di abbracciare la madre che abbraccia il bambino. Allo stesso tempo potrebbe essere un fattore di rischio qualora non ne riconoscesse la fragilità e difficoltà.

Proteggere questa delicata fase di vita ma più in generale ancora, tutelare la salute emotiva delle madri, liberandole dal giudizio e dal pregiudizio, significa investire sulle generazioni future, sulla salute mentale e sul benessere psicologico di quelli che saranno gli adulti di domani, intervenendo quando la mente del bambino è in divenire anche solo partendo dalla mente dei genitori.

Importanti allora diventano le attente rilevazioni del rischio, attraverso screening multidimensionali nel periodo perinatale, per permettere di attivare interventi preventivi tempestivi, progetti e strategie di riduzione della sofferenza e dello stress, focalizzandosi sui fattori di rischio modificabili e accompagnando i nuclei familiari durante la gravidanza e nel dopo parto.

Sarà necessaria una èquipe multidisciplinare per potenziare le risorse individuali privilegiando l’ascolto attivo della donna e della sua famiglia, lasciando piena autonomia nel compiere scelte consapevoli che favoriscano l’acquisizione del ruolo genitoriale fin dalla gravidanza (Bortolotti A., 2017)

In Italia, però, le procedure di screening standardizzate offerte dai servizi pubblici sono ancora una realtà sporadica e più che altro legate alla lungimiranza di singole realtà sanitarie locali.

Sarebbe auspicabile incrementare ovunque queste procedure o indirizzare le mamme a cercare aiuto rivolgendosi a professionisti qualificati e competenti che si occupano di Salute Mentale Perinatale.

Ma sarebbe anche bello ritornare a fare Rete, non lasciando sole le donne nel momento di difficile transizione, impegnandosi a chiedere sempre alle mamme come si sentono veramente, sorreggendole, sostenendole nel quotidiano, incoraggiandole, tentando di riportare in auge e di non dimenticare un vecchio proverbio africano che recita:

“Per crescere un bambino ci vuole un intero Villaggio”.

A cura della Dott.ssa Maria Rosaria Montemurro

BIBLIOGRAFIA

 

Bortolotti A., Poi la mamma torna. Gestire il distacco senza sensi di colpa, Mondadori, Milano, 2017

Kingston D., Kaschif Mughal M. (2018). Stress perinatale materno. In Psicologia Clinica Perinatale, Quatraro R.M., Grussu P.,19-70.

Quatraro R. M., Grussu P., 2018, Psicologia Clinica Perinatale, dalla Teoria alla Pratica, Erickson, Trento.

Volta A., Mi è nato un papà, anche i padri aspettano un figlio, Feltrinelli, Milano, 2019

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