È risaputo che sono proprio i giovanissimi gli utenti più a rischio di sviluppare una dipendenza da Internet, Social Network, Videogiochi. 

Come mai questo accade?

Durante la crescita, ogni soggetto si confronta con molti fattori di stress e con cambiamenti di varia natura:

  • psicologici
  • ormonali
  • di valori e credenze personali

Non in ultimo, ci si confronta altresì con il gruppo dei pari con i quali reciprocamente ci si influenza.

In queste sperimentazioni, gli adolescenti sono in una fase delicata e vulnerabile del loro ciclo vitale. 

Nello stadio adolescenziale si evidenzia, infatti, la messa in atto di due modalità tipiche 

  • la sfida verso i limiti, per trovare propri confini 
  • il testare fino a che punto si può arrivare e ci si può spingere

Nella fase della costruzione della loro Identità risultano essere più facilmente influenzabili, disponendo di strategie e strumenti ancora poco maturi ed efficaci per fronteggiare tali stressors; sono geneticamente predisposti a cercare emozioni intense. Diventerà quindi più facile per loro esporsi a comportamenti a rischio e trasgressivi per giungere alla propria Indipendenza.

Nel confuso panorama di nuove sensazioni, il mondo virtuale fornisce, soprattutto all’adolescente con una struttura di personalità più fragile e meno in grado di tollerare trasformazioni, una serie di risorse e possibilità di espressione più difficili da sperimentare nel quotidiano.

L’uso del virtuale può rappresentare un modo per chiudersi in Sè, per fronteggiare stress e frustrazioni, regolare emozioni e ridurre sentimenti negativi da cui sfuggire e non affrontare. 

«Lo schermo digitale, dopo essere stato la causa del problema, diventa l’unica soluzione in grado di assicurare una relazione con l’esterno» (Tonioni F., 2013).

Questo protegge il bambino prima e l’adolescente poi, da quella parte di sé con cui non ha sviluppato alcuna familiarità.

Per l’adolescente

  • da una parte diminuisce l’angoscia di relazionarsi
  • dall’altra difficilmente rappresenta una evoluzione 

quindi mostrerà un profilo cognitivo iperstimolato a cui non corrisponde un corredo emotivo adeguato (Ibidem).

 

ASPETTI NEUROBIOLOGICI NEGLI ADOLESCENTI

Il nucleo accumbens nell’adolescente è sviluppato più del doppio che nell’adulto; non ha segnali inibitori perché la corteccia è ancora poco spessa.

Entrando in contatto con sostanze o comportamenti disfunzionali, cambierà la mappatura dei geni, il genoma, la morfologia dei neuroni

Più precocemente e più a lungo un soggetto entrerà in contatto con tali tipi di esperienze, più evidente sarà:

  • la modifica strutturale del suo cervello
  • lo spessore della corteccia prefrontale 
  • lo sviluppo dei neuroni. 

Ne consegue la modifica della sua personalità [Borelli V., Feder S., Polgatti A., 2018].

Nello specifico si può vedere come nei pazienti dipendenti patologici da internet vi è

  • un restringimento del volume dell’ippocampo, con conseguenze nel decadimento delle loro funzioni cognitive e nell’appiattimento emotivo [M. Spitzer M., 2013; 2016].
  • importanti disturbi da deficit dell’attenzione e dell’iperattività nei bambini e nei giovani adulti, di difficoltà nell’apprendimento, in particolare nella scrittura e nella lettura, di disregolazione degli impulsi, specie nel controllo dell’aggressività e dell’ansia [Greenfield S., 2016].

 

In base a quanto già evidenziato, diventa necessario il supporto di adulti che in maniera funzionale li guidino nelle esperienze.

Diventa dunque doverosa una gestione del problema da parte dei genitori nell’educazione digitale della loro prole.

Il primo quesito da porsi sarà: “Sono un BUON DIGITAL ROLE MODEL”?

Va ricordato che i genitori svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione di questa dipendenza. 

In che modo possono essere loro di aiuto?

  • Contrattando regole chiare 
  • Favorendo una comunicazione aperta 
  • Spiegando il significato dell’utilizzo positivo e intelligente dei media device
  • Affiancandoli nell’uso di internet, in modo responsabile
  • Prestando attenzione ai contenuti pubblicati e letti (ricordando le 3 specificità di internet su cui si richiede prudenza: “Internet è per sempre”, “Tutto è pubblico”, ”Non tutto è vero”)
  • Mai perdendo di vista il proprio dovere educativo
  • Aiutandoli a sviluppare CONOSCENZA e COSCIENZA di ciò che succede nelle chat
  • Concedendo loro lo spazio necessario a un’adeguata socializzazione dove possano sentirsi liberi di stare con gli amici
  • Essendo qualitativamente presenti nell’adolescenza dei figli con discrezione, in modo da configurarsi come punti di riferimento su cui poter fare affidamento in caso di dubbi, bisogni e necessità (un Genitore deve avere un autorevole e mai autoritario)
  • Osservando i loro comportamenti e controllandoli ma “senza farsi troppo vedere” (deve passare il messaggio di guida ma soprattutto di fiducia)
  • Parlando insieme di giochi e schermi, di ciò che è legale e ciò che non lo è
  • Facendo RETE: è indispensabile la collaborazione tra genitori, pediatri e operatori sanitari per tutelare e sostenere i ragazzi attraverso campagne di informazione consapevole.

 

Noi addetti ai lavori abbiamo il compito di ricordare ai genitori che BISOGNA INSEGNARE MEDIANDO. 

Uno strumento che possiamo fornire loro è “La Regola delle 3 A”:

  • AUTOREGOLAZIONE: Non esiste una protezione che evita rischi ma un fornire supporto e strumenti in modo equilibrato, insegnando progressivamente a orientarsi da sé, dandogli poi fiducia nelle scelte;
  • ALTERNANZA: intesa come una sorta di Dieta Mediale di bambini e giovani, che non deve essere fatta di out-out ma di et-et. I videogiochi non sostituiscono i giochi tradizionali, il tablet non elimina un libro. Mai smettere di incoraggiare i più piccoli a sviluppare attività manuali. 
  • ACCOMPAGNAMENTO: non è non comprando uno smartphone o un pc che si risolve il problema [Tisseron S., 2016].

 

A cura della Dott.ssa Maria Rosaria Montemurro

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