Il tema dell’alcolismo riveste sempre più una rilevanza in termini di salute pubblica soprattutto per il coinvolgimento della fascia dei più giovani. Gli ultimi dati statistici disponibili nella relazione al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2020 in materia di alcol e problemi correlati, rilevano che quasi 10.000 persone in Italia sono consumatori a rischio e 75 mila sono in carico presso i servizi di alcol dipendenza, di cui il 35 % sono nuovi utenti.
Quando il consumo di alcool diventa pericoloso
Si parla di consumo dannoso quando il comportamento determina effetti negativi sul nostro organismo. Facciamo invece riferimento a una dipendenza patologica da alcol quando questa ha delle conseguenze emotive, cognitive, sociali e più in generale sul nostro funzionamento.
Si considerano quindi bevitori a rischio
- ragazzi che bevono qualsiasi bevanda alcolica sotto i 16 anni;
- consumatori di più di una unità alcolica in età compresa fra 18-20 anni e oltre i 65 anni;
- donne adulte che consumano più di 1-2 unità alcoliche al giorno;
- uomini adulti che consumano più di 2-3 unità alcoliche al giorno;
- tutti coloro che assumono più di 5 unità alcoliche in una unica serata come ad esempio succede negli episodi di binge drinking
Questi dati ci dicono che qualsiasi uso di alcolici in ragazzi al di sotto dei 16 anni può determinare un rischio elevato per la salute e lo sviluppo di un comportamento di abuso. I dati statistici a nostra disposizione ci segnalano che il primo bicchiere di bevanda alcolica è stata bevuta da ragazzi in età compresa tra gli 11 e 14 anni (52.8% degli intervistati in fascia di età 11-19 anni – Alcol Prevention Day 2019)
L’alcolismo nei giovani
L’uso delle sostanze alcoliche nella fascia giovanile è in genere associata a momenti ricreativo ludici, l’assunzione avviene tendenzialmente lontana dai pasti, quindi con l’intento di alterarsi, in discoteca o al pub e trova un significato nell’intenzione di alterarsi, allontanandosi dalla realtà quotidiana, nel passaggio rituale al mondo adulto, nella facilitazione sociale.
Le modalità di consumo sono spesso associate a delle abbuffate alcoliche (binge drinking) dall’aperitivo in cui si utilizza birra, fino all’uso di alcolici più significativi come vodka, rum e gin durante la serata. Tali abbuffate causano frequenti accessi in pronto soccorso per gravi stati di intossicazione.
La popolazione giovanile scarsamente accede alla consapevolezza del rischio sia sul piano delle conseguenze sul proprio organismo sia in termini di esposizione a situazioni di rischio in cui viene meno la capacità di attenzionare pericoli intorno a noi. Ricordiamo inoltre che l’alcol alla guida è la prima causa di morte nei giovani (2800 all’anno).
I danni sul cervello dell’alcool nei giovani
L’organismo di un ragazzo è particolarmente esposto ai danni dell’alcol che interferisce sullo sviluppo del sistema nervoso centrale soprattutto se assunto prima dei 25 anni, ne impedisce la maturazione della sostanza bianca e delle sinapsi neuronali.
Inoltre il sistema enzimatico epatico di un ragazzo, non è pronto a smaltire l’alcol introdotto nell’organismo, gli enzimi deputati alla metabolizzazione della molecola (alcol deidrogenasi) sono ancora immaturi, ciò determina una permanenza della tossicità della molecola più a lungo nell’organismo. Nelle donne e nelle ragazze gli enzimi alcol deidrogenasi sono molto meno efficaci di quelli maschili. La fatica del fegato esposto alla molecola dell’alcol determina nel tempo un aumento degli enzimi epatici, un aumento dei radicali tossici e un sovvertimento della struttura epatica fino allo sviluppo della cirrosi epatica.
Come aiutare un figlio che beve
Nelle campagne di prevenzione rivolte alla popolazione giovanile occorre mettere in atto molte risorse: la famiglia, il medico di medicina generale, se non addirittura il pediatra di famiglia, la scuola, i media e i locali pubblici.
In famiglia occorre essere coerenti rispetto al consumo di alcol, sappiamo che i figli di genitori con dipendenza da alcol hanno una probabilità di sviluppo della patologia più elevata, tuttavia spesso non ci si accorge dell’uso che viene fatto in casa e della valenza che l’adulto conferisce all’alcol. Gli adolescenti emulano gli adulti, occorre dare il buon esempio ed essere coerenti. I limiti vanno spiegati, i concetti di moderazione dobbiamo essere noi ad averli interiorizzati. Vi è inoltre la convinzione che la dipendenza da alcol sia relegata ad una popolazione emarginata e disadattata ma attualmente non è più cosi, in quanto si beve all’interno di ogni contesto sociale.
Come prevenire il consumo di alcool nell’adolescenza
I medici di medicina generale si sono già attivi per mantenere una vigilanza sul tema della prevenzione, di monitoraggio su famiglie a rischio o sui soggetti a rischi e va potenziata la rete di sostegno e di comunicazione tra il medico di famiglia e i centri competenti al trattamento delle dipendenze.
La scuola ha il dovere di mantenere uno sguardo estremamente attento e competente sul tema alcol e sostanze, sulle dinamiche relazionali tra i ragazzi stessi e i social e sulle loro famiglie.
Purtroppo sono ancora limitati gli interventi nei locali e nei supermercati rispetto al divieto di vendere bevande alcoliche ai minorenni.