Il cinema ha da sempre cercato di raccontare e rappresentare la tematica della dipendenza da sostanze e le sue varie sfaccettature ed evoluzioni. Partendo dal boom dell’eroina degli anni ’80, che ha portato a numerosi decessi per overdose e alla diffusione del virus dell’HIV (ben descritto in film come Trainspotting e Amore Tossico), passando per l’utilizzo di cocaina a scopo ricreativo e in ambito lavorativo per aumentare la performance (come in The wolf of Wall Street), fino alla diffusione delle droghe sintetiche (come in Beautiful Boy e Berlin Calling). Attraverso diversi generi – dal sarcastico al drammatico, dal metaforico al realistico – viene posta attenzione sui diversi aspetti della dipendenza: la ricerca di gratificazione, il percorso di disintossicazione (astinenza, ricadute, assuefazione, craving), la sofferenza dei familiari, la produzione e lo spaccio, etc.
In questo articolo vi proponiamo alcuni film che evidenziano sfumature diverse sulla tematica della dipendenza da sostanze e offrono diversi spunti di riflessione.
NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO
Il film del 1981 di Uli Edel è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Christiane F. e mostra la vita di Christiane, ragazza 14 enne appena trasferitasi nella Berlino degli anni ’70. Nonostante la giovane età Christiane entra in breve tempo nel giro della droga. Un po’ per curiosità un po’ per imitazione degli amici e del compagno Detlef assume inizialmente LSD per poi arrivare in breve tempo all’eroina, convinta di poter mantenere il controllo della situazione e di poter smettere in qualsiasi momento. In breve tempo la situazione le sfugge di mano e si trova nel vortice della dipendenza: passa le giornate in cerca di soldi per comprarsi la dose quotidiana, fino ad arrivare a prostituirsi alla stazione di Berlino. Più volte prova a disintossicarsi insieme a Detlef, senza mai riuscirci per davvero. Molti suoi conoscenti e amici si iniettano il “buco della morte”, mentre alla fine per lei sembra esserci una speranza di disintossicazione.
Film documentario di taglio cronachistico, mostra in modo freddo, crudo e distante la Berlino degli anni ‘70.
TRAINSPOTTING
Trainspotting, diretto da Danny Boyle, esce nel 1996. Tratto dall’omonimo romanzo di Irvine Welsh.
Il film presenta in modo sarcastico e provocatorio la contrapposizione tra la vita “normale”, considerata da un gruppo di ragazzi scozzesi come noiosa e banale, e la loro vita trasgressiva e autodistruttiva, caratterizzata da uso di sostanze stupefacenti. I protagonisti, in particolare Renton, decidono di non scegliere la vita ma di sfuggirvi continuando a usare droghe, in particolare l’eroina, per avere una sola preoccupazione anziché tutte le preoccupazioni della vita “normale”: farsi.
“Io ho scelto di non scegliere la vita. Ho scelto di scegliere qualcos’altro. Le ragioni? Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina.” – Renton –
L’aspetto provocante e irriverente della pellicola, che ha suscitato scalpore negli ambienti più conservatori, è che non si limita a mostrare gli effetti negativi della dipendenza. L’eroina all’assunzione provoca un effetto piacevole, per quanto fugace (utilizzando le parole di Renton “meglio di qualsiasi orgasmo”). E’ questo, assieme alla soffocante monotonia della vita quotidiana nei quartieri poveri di Glasgow, che spinge Renton a trovare rifugio nella sostanza e che rende quasi impossibile la disintossicazione.
REQUIEM FOR A DREAM
Diretto da Darren Aronofsky nell’anno 2000, tratto dall’omonimo romanzo di Hubert Selby Jr.
Il film analizza contemporaneamente due storie di dipendenza: quella di Harry e dalla madre Sara.
Harry, insieme alla sua ragazza Marion e al suo amico Tyrone, fa uso di eroina e cerca tramite lo spaccio di raccogliere soldi per guadagnarsi da vivere e per riuscire a realizzare i suoi sogni.
La madre Sara trascorre le sue giornate a guardare la televisione, ne è ormai dipendente. È ossessionata dalla possibilità di partecipare al suo programma preferito, tanto da iniziare ad assumere anfetamine, sotto prescrizione medica, per apparire più magra in TV.
Il film mostra come la dipendenza, sia quella da sostanze di Harry che quella da televisione e farmaci più socialmente accettata di Sara, possa trasformare i sogni in incubi e possa avere effetti e conseguenze devastanti e irreversibili. Il finale crudo e violento annulla ogni speranza di redenzione.
BERLIN CALLING
Il film è uscito nel 2008 ed è diretto da Hannes Stöhr. Paul Kalkbrenner, famoso DJ berlinese, interpreta DJ Ikarus. Alle prese con la composizione del nuovo album Ikarus frequenta i club berlinesi utilizzando assiduamente sostanze come alcol, cocaina e droghe sintetiche. Queste lo portano ad avere molte difficoltà lavorative, personali e relazionali fino a sfociare in una grave psicosi, motivo per cui verrà ricoverato in una clinica psichiatrica. Il percorso di disintossicazione non sarà semplice, ma pieno di resistenze, opposizioni e ricadute. Ikarus riuscirà a tornare a lavorare sui nuovi pezzi e a pubblicare il suo nuovo album: Berlin Calling. La mucica, composta da Paul Kalkbrenner, è il grande protagonista della pellicola: accompagna DJ Ikarus dal successo, al declino e infine alla rinascita
6 PALLONCINI
Film del 2018 scritto e diretto da Marja-Lewis Ryan. Una serata che per Katie dovrebbe essere serena e felice, per via della festa a sorpresa che sta organizzando per il fidanzato, presto si trasforma in una nottata infernale. Scopre infatti che il fratello Seth è di nuovo caduto nell’abisso della dipendenza da eroina. Katie si ritrova ad attraversare Los Angeles in macchina per cercare un centro di disintossicazione dove lasciare il fratello in cura, così da aiutarlo e allontanarlo dalla figlia di due anni. Date le risposte negative e la grave crisi di astinenza di Seth, Katie si trova costretta ad aiutarlo a cercare una dose il più in fretta possibile, tutto sotto gli occhi della piccola. Il registra si sofferma sulla sofferenza di chi con un tossicodipendente ci convive ed è sempre disposto ad aiutarlo mettendolo al primo posto e lasciandosi travolgere a discapito della propria vita.
BEATIFUL BOY
Pellicola del 2018 diretta da Felix Van Groeningen. Film ispirato alla storia vera di Nicolas Sheff.
Anche questo film, come il precedente, tratta il tema della dipendenza dal punto di vista dei famigliari di un utilizzatore di sostanze. Il regista analizza il rapporto tra il figlio Nick e il padre David.
Nick è sempre stato un ragazzo bello, intelligente e pieno di interessi, amato e stimato dai suoi genitori. Inizia presto a utilizzare sostanze, in particolare metanfetamina, fino ad arrivare a consumare qualsiasi tipo di droga e ad allontanarsi dalla famiglia.
David cerca in ogni modo di salvare il figlio dall’abisso della dipendenza, arrivando quasi ad annullare la propria vita rischiando di perdere di vista la nuova moglie e gli altri figli. Nick alterna periodi in cui rifiuta e respinge gli aiuti del padre e altri in cui li accoglie senza grande successo.
Il regista si sofferma sul viaggio straziante di presa di coscienza del padre della sua impotenza di fronte alla malattia del figlio.
A cura della Dott.ssa Marianna Gualini